Abbiamo già parlato dei cambiamenti digitali in corso nel campo della Pubblica Amministrazione, ma vediamo adesso un ulteriore aspetto del loro progresso.

Quali sono le differenze?

Sempre più frequentemente si sente parlare di firma digitale e firma elettronica ma, contrariamente a quanto si possa pensare, questi non sono sinonimi. Queste diciture fanno riferimento a due sottoscrizioni informatiche differenti, sia a livello giuridico che tecnico.

In cosa consiste la firma digitale

La firma digitale rappresenta l’equivalente elettronico di una firma autografa, poiché garantisce la medesima funzione di autenticità e integrità del documento redatto. La differenza tra le due tipologie è data principalmente dal mezzo mediante il quale sono effettuate, cartacea una, telematica l’altra. La firma digitale è generata da una coppia di chiave asimmetriche (metodo di crittografia a doppia chiave) fornite al titolare della firma. La prima chiave è privata ed usata per apporre la firma al documento informatico, mentre la seconda, pubblica, è usata per verificare l’autenticità della firma. La sicurezza è garantita dall’impossibilità di ricostruire la chiave privata a partire da quella pubblica, anche se collegate. La procedura informatica garantisce la connessione univoca della firma al titolare, creata con mezzi su cui il firmatario può conservare un controllo esclusivo. Inoltre, è collegata ai dati ai quali si riferisce per consentire di rilevare un eventuale modifica dei dati stessi.

La firma digitale è prevista solo in Italia ed è regolamentata dal Cad. Il Codice dell’Amministrazione Digitale (CAD) è un testo unico che riunisce e organizza le norme riguardanti l’informatizzazione della Pubblica Amministrazione nei rapporti con i cittadini e le imprese. Istituito con il decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82, è stato successivamente modificato e integrato prima con il decreto legislativo 22 agosto 2016 n. 179 e poi con il decreto legislativo 13 dicembre 2017 n. 217 per promuovere e rendere effettivi i diritti di cittadinanza digitale.

I soggetti coinvolti

La creazione e l’impiego della firma digitale prevedono il coinvolgimento di vari soggetti. Primo fra tutti, il soggetto titolare del documento da sottoscrivere, o mittente, ma fondamentali sono anche il soggetto certificatore ed il soggetto destinatario o ricevente.
Per titolare si intende il soggetto, pubblico o privato, a cui è attribuita la firma, che ha accesso al dispositivo per la creazione della firma e i cui dati sono contenuti ed assicurati nel certificato rilasciato dall’ente certificatore. Quest’ultimo è accreditato ed autorizzato, indicato per garantire l’autenticità e l’integrità dell’informazione contenuta nel documento. Solamente il certificatore può consegnare al titolare della smart card sia la chiave privata, posseduta e conosciuta solo dal titolare, e quella pubblica, che quella pubblica, resa disponibile attraverso il certificato rilasciato dal certificatore stesso.

Infine, per soggetto ricevente si intende il soggetto, pubblico o privato, destinatario dell’oggetto sottoscritto dal titolare, che al momento della ricezione dello stesso, attiva il processo di decodifica utilizzando la chiave pubblica trovata all’interno del certificato allegato, garantito dal certificatore.

La smart card

Per firmare digitalmente un documento, occorre avere a disposizione un dispositivo di firma o smart card con il certificato di sottoscrizione rilasciato dall’Ente certificatore ed un lettore di smart card. Inoltre, bisogna aver provveduto ad installare sul proprio dispositivo il software che permette al lettore di dialogare con il PC e quello che permette di leggere la smart card ed infine il software di firma.  Allo stesso modo, anche per la verifica di una firma digitale occorre che il ricevente abbia installato sul proprio computer il software di firma digitale.