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Artificial Intelligence Technology

La questione etica dell’Intelligenza Artificiale

Secondo la definizione canonica data dal dizionario Treccani l’etica è un termine accostabile alla filosofia. Rappresenta ogni dottrina o riflessione speculativa intorno al comportamento pratico dell’uomo, al concetto di bene e ai mezzi atti a conseguirlo, quali siano i doveri morali verso sé stessi e verso gli altri e i criteri per giudicare sulla moralità delle azioni umane. Come rapportare allora questo concetto al mondo informatico e nello specifico all’Intelligenza Artificiale?

L’etica dell’Intelligenza Artificiale è un ramo dell’etica che studia le implicazioni economiche, sociali e culturali dello sviluppo dei sistemi di AI.

L’interpretazione del futuro dell’AI e il conseguente pensiero etico

Quando si parla di Intelligenza Artificiale si hanno sempre due tipologie di approccio contrastanti. Da una parte si tende ad immaginare un mondo in cui i sistemi di AI saranno progettati per risolvere facilmente tutte le problematiche umane migliorando la nostra esistenza. L’altra corrente di pensiero è quella più disfattista, quella che ipotizza un superamento ed un accantonamento dell’essere umano in un mondo troppo tecnologico e difficile da dominare.

L’impatto dello sviluppo delle AI sul mercato del lavoro è ciò che crea maggiori divergenze di opinioni. Nei prossimi decenni l’introduzione di nuove tecnologie farà aumentare la produttività delle aziende. Al contempo però creerà una diminuzione dei posti di lavoro difficilmente risanabile.
Ma proviamo a vedere anche i lati positivi della questione. I futuri sistemi di AI saranno probabilmente in grado di raccogliere i dati da soli, ma questo non implica l’esclusione dell’uomo. Infatti, gran parte dei sistemi si affida all’uomo per ricevere i parametri di input, come dimostrano le pratiche di apprendimento per rinforzo.

Non dimentichiamo che gli algoritmi basati sull’AI sono addestrati da un insieme di dati forniti dagli esseri umani. Il dato di partenza utile per istruire l’algoritmo sarà sempre generato dall’uomo. Gli esseri umani devono poter selezionare e regolare i dati di addestramento, controllarli e scegliere la modalità di trasformazione dei dati stessi. Allo stesso modo, le tecnologie basate sull’AI dovrebbero supportare una governance affidabile e garantire l’accesso ai dati e la capacità di modificare gli algoritmi errati o operanti al di fuori dei confini eticamente definiti.

La reciprocità fra l’uomo e l’Intelligenza Artificiale

La macchina segue dei precisi algoritmi di calcolo che devono essere programmati da esseri umani nel tentativo di istruire i sistemi di Intelligenza Artificiale. Anche gli algoritmi possono però essere affetti da bias di diversa natura (di genere, etnici, di classe). Questa altro non è che una conseguenza della generazione umana. Infatti, anche gli algoritmi possono attuare comportamenti discriminatori e produrre decisioni più o meno vantaggiose per alcune categorie di popolazione poiché derivanti da direttive umane. I programmatori possono influenzare i processi decisionali dei software che realizzano. Considerando che nel settore della tecnologia e della robotica lavorano principalmente uomini e persone bianche, il rischio di un’influenza priva di condotta nei confronti dell’AI è molto elevata. Ciò può provocare episodi razzisti, di discriminazione sessuale, intellettiva, economica, ecc.

Il tema etico, quindi, si focalizza proprio sull’influenza umana, sull’imprevedibilità di comprensione ed istruzione della macchina. Ma soprattutto su come e in che misura l’uomo sarà disposto a tollerare gli eventuali errori e previsioni della macchina.

Author

Lara Mastrofini