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Artificial Intelligence Focus

Arte e intelligenza artificiale

Più volte abbiamo affermato come l’Intelligenza Artificiale sia entrata a far parte della nostra quotidianità, è giunto il momento di scoprirne un nuovo aspetto. Fino ad ora abbiamo sempre visto l’impiego dell’AI in settori scientifici, medici ed economici, ma non è da sottovalutare il suo apporto nel campo artistico. Infatti l’applicazione all’arte e alla cultura delle nuove frontiere digitali stanno suscitando sempre più interesse.

Lo scrittore statunitense Lev Manovich sottolinea come l’interazione fra arte e Intelligenza Artificiale non sia da attribuire ai giorni nostri. I primi esperimenti, infatti, risalgono agli anni ’60 del Novecento, anche se ai tempi riguardavano soprattutto il rapporto creativo fra l’artista e la sua opera. A partire dagli anni Duemila invece, la diffusione della tecnologia permette di influenzare il gusto e le scelte estetiche del pubblico, condizionandone l’immaginario.
È fondamentale dire che l’impatto dell’AI sull’arte e la cultura si manifesta principalmente in due ambiti: la produzione di opere d’arte ed eventi culturali; e la valutazione critico-estetica di questi prodotti.

Come cambia la produzione delle opere d’arte con l’Intelligenza Artificiale

Molte opere d’arte (di qualsiasi genere, dai brani musicali ai quadri, dalle sculture alle installazioni) sono oggi create grazie a macchine dotate di intelligenza artificiale. Ciò non implica la sostituzione dell’uomo, dell’artista, con la macchina, anzi. Questo cambiamento non avverrà e non perché i software e gli algoritmi non siano in grado di produrre opere di qualità tale da soddisfare il pubblico. Bensì perché l’aspetto creativo dato dall’apporto umano non può ancora essere sostituito.

Una macchina è priva di emozioni e ancora non può desiderare di indagare un particolare aspetto del suo animo o sentire il bisogno di esprimere dei sentimenti. Viceversa, è l’artista che si adopera delle tecnologie per esprimere ciò che sente.
Per essere più precisi, esistono programmi in grado di generare immagini basandosi su quelle simili presenti nei database, ma comunque alla macchina mancano l’intento artistico, l’originalità ed il sentimento che permettono all’arte di esprimersi.

Utilizzo dell’AI nel campo artistico

L’Intelligenza Artificiale può essere impiegata come supporto all’artista nel corso della creazione dell’opera, come strumento di studio e implementazione al proprio operato, come metodo di restauro o se ne possono fare altri utilizzi più tecnici.

Il riconoscimento dell’autenticità

Fra questi c’è quello relativo all’attribuzione della paternità di un’opera. L’AI permette di riconoscere l’autenticità di un’opera attraverso le pennellate usate per realizzare un dipinto. Le centinaia di migliaia di pennellate che l’AI deve gestire ci permettono di comprendere meglio l’utilizzo della tecnologia nel settore. Enormi potenzialità e opportunità si aprono grazie alla capacità dell’Intelligenza Artificiale di gestire i big data. Inoltre, l’AI si occupa del loro eventuale nuovo uso e la condivisione in altri settori (nel caso di open data) in una più ampia prospettiva di transizione da un’economia lineare a un’economia circolare.
Quindi, rimanendo in ambito pittorico e coniugando arte e AI, è possibile individuare la somiglianza tra dipinti appartenenti a epoche e movimenti artistici diversi.

Portrait of Edmond Belamy

Un altro particolare esempio è quello del collettivo francese Obvious. Il dipinto da loro realizzato mediante AI, Portrait of Edmond Belamy, è stato battuto all’asta da Christie’s nel 2018 per 432.500 dollari. Il loro scopo è quello di dimostrare come fosse possibile imitare la pittura ritrattistica dei secoli passati. Per realizzare il dipinto sono stati usati specifici algoritmi, che hanno studiato più di quindicimila ritratti di epoca rinascimentale e moderna. Dopo aver individuato le costanti e le variabili presenti nel database di riferimento, il software è stato in grado di generare un prototipo. I progettisti hanno usato in questo caso modelli GAN (Generative Adversarial Network), che implementano due algoritmi contemporaneamente: uno genera ininterrottamente le immagini, mentre l’altro le processa in tempo reale escludendo quelle non pertinenti.

ShareArt

L’innovazione parla italiano e lo fa grazie al progetto ShareArt. Per anni si è cercato di comprendere il gradimento del pubblico nei confronti di un’opera d’arte ed oggi è possibile grazie al sistema messo a punto dagli esperti dell’Enea, l’agenzia nazionale per le nuove tecnologie. L’obiettivo non è calcolare quanto tempo passano i visitatori davanti ad ogni opera, ma analizzare il loro comportamento per migliorare la fruibilità delle mostre.

ShareArt funziona attraverso una telecamera posizionata accanto all’opera d’arte, quadro o scultura. Il sistema è in grado di rilevare automaticamente i volti che guardano in direzione dell’opera e acquisisce dati relativi al loro comportamento. I dati analizzati sono relativi al percorso compiuto per avvicinarsi, al numero totale delle persone che hanno osservato l’opera, al tempo e alla distanza di osservazione. Le informazioni raccolte dalla videocamera vengono inviate al server centrale per l’immagazzinamento e l’elaborazione che avviene tramite un applicativo web dedicato all’analisi multimediale interattiva. Inoltre, ShareArt è in grado di rilevare il genere, la classe di età e perfino lo stato d’animo dei visitatori che osservano.

Author

Lara Mastrofini